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Diritti civili in cerca di legislatore

 
Il 6 ottobre 2014 il Consiglio comunale di Milano ha approvato una mozione che chiede al sindaco di trovare la migliore soluzione per permettere alle coppie omosessuali sposate all'estero di trascrivere la propria unione nel registro milanese.
 
L'iniziativa si inserisce nel solco di quelle intraprese anche da altri comuni (Napoli e Bologna in primis) ed ha scatenato una reazione scomposta da parte del Ministro dell'Interno.
 
Premesso che nessuno degli atti sopra elencati, ne' quelli di carattere locale ne' quello di carattere nazionale, sono destinati (purtroppo, nel primo caso) a produrre effetti giuridici, e' di particolare rilevanza politica che un comune come Milano abbia preso una posizione netta contro la discriminazione verso le persone omosessuali.
 
Come argomentato anche su queste pagine qualche mese fa, il principio costituzionale di uguaglianza verrà completamente realizzato solo con il matrimonio paritario; rimane comunque in carico al legislatore nazionale la responsabilita' di fare un passo avanti sul tema dei diritti civili delle persone omosessuali.
 
Non si puo' non esternare un deciso disappunto nell'osservare, una volta di piu', che i diritti civili in questo Paese rimangono ostaggio di scontri politici in cui non avviene un serio (e laico) confronto ma solo un tira-e-molla tra chi si contende il primato di consensi giostrandosi tra mozioni e circolari.

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