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Audizione in Regione Lombardia sui buoni scuola

 

L'audizione in Regione Lombardia, richiesta dall'associazione Non Uno Di Meno, insieme a realtà studentesche ed gli Amici della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, si è tenuta il 5 dicembre 2013.

Una delegazione è stata ascoltata dalla Commissione Istruzione della Regione, presente Silvia Corti per gli Amici della Consulta, che redige questo breve report.

 

Giansandro Barzaghi di Non Uno Di Meno ha aperto la discussione rilevando la necessità della formazione di un canale di discussione, anche se conflittuale, con le Istituzioni.

La delegazione portava 10.150 firme raccolte sulla petizione per l'abolizione dei buoni scuola (la delegazione precedente degli studenti aveva consegnato altre firme).

E' stata sottolineata l'incostituzionalità di una norma che permette libertà di scelta solo agli studenti delle scuole private e che risulta di conseguenza lesiva del diritto di chi invece si orienta verso la scuola pubblica; infatti il ricorso al TAR era stato intentato da due famiglie che si erano sentite discriminate perchè escluse anche dalla sola possibilità di partecipare alla domanda.

 

E' poi intervenuto l'avv. Angiolini informando che la Corte Costituzionale ha già chiarito che quando la scuola non statale viene  definita "senza oneri per lo Stato", ci si riferisce all'organizzazione della scuola e al suo funzionamento, mentre è diverso il punto sull'assegnazione delle borse di studio per gli studenti meritevoli e privi di mezzi che sono invece destinabili a tutti.

Nei provvedimenti di Regione Lombardia il problema deriva dal fatto che i fondi erogati sono destinati a coprire le spese della frequenza nelle scuole che applicano una retta e che non sono, come sarebbe corretto, di supporto all'allievo e alla famiglia, ma all'organizzazione scolastica.

Si configura quindi una disparità di trattamento tra chi si iscrive alla scuola pubblica e gli utenti della scuola privata e ciò contrasta anche con l'art. 41, 3° comma della Costituzione (che stabilisce che i programmi e i controlli debbano essere gli stessi per gli operatori pubblici e privati se l'attività economica è indirizzata a fini sociali) visto che, in realtà, l'impresa privata viene favorita.

 

Silvano Guidi (CGIL) ha segnalato il disagio esistente fra gli operatori della scuola statale per la mancanza di risorse, di strutture adeguate e di personale. Le classi sono sempre più numerose e a farsi carico dell'emergenza sociale (alunni stranieri, disabili e famiglie in difficoltà) è solo l'Istruzione pubblica, dove però non è previsto alcun supporto per un lavoratore disagiato  che vi abbia iscritto il proprio figlio.

Ha poi preso la parola il sig. Barra, portavoce di un comitato di genitori, che ha segnalato l'interesse alto e la totale condivisione all'iniziativa della componente genitori rilevato durante la raccolta delle firme. Ha poi fatto presente come, dopo i continui tagli, molte attivtà didattiche, prima comprese nell'offerta formativa, debbano ora essere pagate.

 

La consigliera Macchi (M5S) ha aderito alla petizione e ha rilevato la carenza d'informazione in merito alla differenza fra Dote scuola e  Buono scuola dichiarando che una migliore comunicazione porterebbe di fatto ad un aumento delle firme visto il bisogno di giustizia sociale che esiste fra la gente.

 

Il consigliere Pizzul (PD) ha chiesto chiarimenti sul prossimo svolgimento della procedura.

 

La questione sarà istruita dalla VII Commissione e sarà poi oggetto di dibattito entro i prossimi 60 gg.

L'udienza al Tar è fissata per il 28 gennaio 2014.

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