L'audizione in Regione Lombardia, richiesta dall'associazione Non Uno Di Meno, insieme a realtà studentesche ed gli Amici della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, si è tenuta il 5 dicembre 2013.
Una delegazione è stata ascoltata dalla Commissione Istruzione della Regione, presente Silvia Corti per gli Amici della Consulta, che redige questo breve report.
Giansandro Barzaghi di Non Uno Di Meno ha aperto la discussione rilevando la necessità della formazione di un canale di discussione, anche se conflittuale, con le Istituzioni.
La delegazione portava 10.150 firme raccolte sulla petizione per l'abolizione dei buoni scuola (la delegazione precedente degli studenti aveva consegnato altre firme).
E' stata sottolineata l'incostituzionalità di una norma che permette libertà di scelta solo agli studenti delle scuole private e che risulta di conseguenza lesiva del diritto di chi invece si orienta verso la scuola pubblica; infatti il ricorso al TAR era stato intentato da due famiglie che si erano sentite discriminate perchè escluse anche dalla sola possibilità di partecipare alla domanda.
E' poi intervenuto l'avv. Angiolini informando che la Corte Costituzionale ha già chiarito che quando la scuola non statale viene definita "senza oneri per lo Stato", ci si riferisce all'organizzazione della scuola e al suo funzionamento, mentre è diverso il punto sull'assegnazione delle borse di studio per gli studenti meritevoli e privi di mezzi che sono invece destinabili a tutti.
Nei provvedimenti di Regione Lombardia il problema deriva dal fatto che i fondi erogati sono destinati a coprire le spese della frequenza nelle scuole che applicano una retta e che non sono, come sarebbe corretto, di supporto all'allievo e alla famiglia, ma all'organizzazione scolastica.
Si configura quindi una disparità di trattamento tra chi si iscrive alla scuola pubblica e gli utenti della scuola privata e ciò contrasta anche con l'art. 41, 3° comma della Costituzione (che stabilisce che i programmi e i controlli debbano essere gli stessi per gli operatori pubblici e privati se l'attività economica è indirizzata a fini sociali) visto che, in realtà, l'impresa privata viene favorita.
Silvano Guidi (CGIL) ha segnalato il disagio esistente fra gli operatori della scuola statale per la mancanza di risorse, di strutture adeguate e di personale. Le classi sono sempre più numerose e a farsi carico dell'emergenza sociale (alunni stranieri, disabili e famiglie in difficoltà) è solo l'Istruzione pubblica, dove però non è previsto alcun supporto per un lavoratore disagiato che vi abbia iscritto il proprio figlio.
Ha poi preso la parola il sig. Barra, portavoce di un comitato di genitori, che ha segnalato l'interesse alto e la totale condivisione all'iniziativa della componente genitori rilevato durante la raccolta delle firme. Ha poi fatto presente come, dopo i continui tagli, molte attivtà didattiche, prima comprese nell'offerta formativa, debbano ora essere pagate.
La consigliera Macchi (M5S) ha aderito alla petizione e ha rilevato la carenza d'informazione in merito alla differenza fra Dote scuola e Buono scuola dichiarando che una migliore comunicazione porterebbe di fatto ad un aumento delle firme visto il bisogno di giustizia sociale che esiste fra la gente.
Il consigliere Pizzul (PD) ha chiesto chiarimenti sul prossimo svolgimento della procedura.
La questione sarà istruita dalla VII Commissione e sarà poi oggetto di dibattito entro i prossimi 60 gg.
L'udienza al Tar è fissata per il 28 gennaio 2014.
17 maggio – Giornata Internazionale contro l’omo-transfobia
La Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni è orgogliosa di celebrare questa importante giornata con la notizia che la Giunta guidata dal sindaco Pisapia ha accolto la delibera popolare promossa da Certi Diritti in tema di contrasto a tutte le discriminazioni.
La maggioranza dei consiglieri (30 voti favorevoli e 10 contrari) ha infatti accolto il 16 maggio 2013 le proposte sottoscritte da 6000 cittadine e cittadini milanesi contro le discriminazioni e per le pari opportunità.
Da oggi la Giunta avrà sei mesi di tempo per elaborare e sottoporre al Consiglio comunale un Piano cittadino contro le discriminazioni basate sui sei fattori indicati nell'art. 19 TFEU (Trattato di Funzionamento dell'Unione Europea): etnia, religione, genere, età, disabilità e orientamento sessuale.
Lo strumento promosso ideato dal Comitato Milano Radicalmente Nuova intende dare concretezza al protocollo d'intesa già siglato con UNAR, l’Ufficio contro le discriminazioni del Ministero delle Pari opportunità, che ha peraltro rilasciato ad aprile 2013 un documento di strategia nazionale destinato proprio a contrastare le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
Yuri Guaiana, portavoce del Comitato Milano Radicalmente Nuova e segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti, tra le fondatrici della Consulta Milanese, dichiara "Proprio alla vigilia della Giornata mondiale contro l'omofobia, Milano fa un altro passo importante verso l'Europa, dove le discriminazioni basate su etnia, religione, età, disabilità, genere e orientamento sessuale sono combattute dalle amministrazioni comunali con politiche preventive. E' la prima volta in assoluto nella storia di Milano che viene approvata una delibera di iniziativa popolare.”
La coordinatrice della Consulta Milanese Donatella De Gaetano rileva che “la creazione di un ufficio comunale assicurerà continuità e coordinamento alle attività del Comune contro le discriminazioni, a prescindere dalla situazione politica.”
La Consulta si augura che tutte le risorse associative della comunità LGBT saranno coinvolte nell’ideazione e nell’attuazione del Piano Cittadino contro le Discriminazioni.
Saremo insieme alle persone gay, lesbiche, bisex, trans, intersex e queer per l'affermazione di diritti ed identità di tutt* e contro le gravi aggressioni da parte di organizzazioni ed istituzioni omofobe che in nome della libertà di opinione organizzano iniziative pseudo-scientifiche come il convegno del 21 settembre 2013 a Verona.
Auspichiamo che il sindaco renda onore al suo incarico pubblico leggendo e contribuendo alla realizzazione del documento di Strategia Nazionale per la lotta alle discriminazioni contro le persone LGBT realizzato da UNAR -Ufficio Nazionale contro le discriminazioni/Ministero per le Pari Opportunità.
La prossima assemblea è convocata per GIOVEDI 6 giugno alle ore 21 PRESSO IL CIRCOLO DE AMICIS , VIA DE AMICIS 17 (Sede del Circolo Rosselli).
In quella occasione incontreremo Donatella Capirchio e Lorenzo Sitia, Presidente e Vice Presidente della Commissione Educazione del Consiglio di Zona 1 che sollecitano alla Consulta delle ipotesi di progetti da presentare per attività nelle scuole e nella zona.
L’odg quindi sarà:
Salone degli Archi - Parrocchia di Santa Maria Incoronata - Corso Garibaldi 116
Ore 20 aperitivo - ore 21 inizio incontro - ore 23 termine
A.B.E.M. (Associazione Biblica Euro Mediterranea), Azione Cattolica Ambrosiana Decanati Centro Storico e Porta Venezia, Caritas Zona Milano, Comunità Ecclesiale Sant’Angelo - Milano, Gruppo Promozione Donna, La Rosa Bianca, LaSiLa, M.E.I.C. di Milano e dell’Università Cattolica, Noi Siamo Chiesa, Parrocchia Santa Maria Incoronata - Milano
Aderiscono:
AMCI - Associazione Medici Cattolici Italiani - Sezione di Milano Santa Gianna Beretta Molla, Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, Amici della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, Coordinamento dei Circoli ACLI di Milano Città
24 settembre 2013 Storia e teologia della laicità
con Serena Noceti e Saverio Xeres
1 ottobre 2013 La libertà di ricerca
con Edoardo Boncinelli e Maurizio Chiodi
8 ottobre 2013 Inizio vita, procreazione assistita, fine vita
con Marilisa D’amico e Alberto Bondolfi
15 ottobre 2013 Diritti della persona e delle famiglie
con Grazia Villa e Renato Balduzzi
22 ottobre Libertà e coscienza
con Lidia Maggi e Stefano Levi della Torre
Moderatrice: Antonietta Cargnel
in collaborazione con
La Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, in collaborazione con gli Amici della Consulta e Usciamo Dal Silenzio, organizza un incontro-dibattito sul tema dell’obiezione di coscienza, con particolare riferimento all’applicazione della Legge 194/78, che il 22 maggio 2013 compie 35 anni.
Da una recente indagine - condotta dalla ricercatrice Sara Martelli a Como, Lecco, Lodi, Monza e Brianza e Sondrio - si evince che i dati ministeriali relativi alla percentuale di obiettori di coscienza vanno corretti al rialzo: la percentuale effettiva di medici obiettori è pari all’83%, mentre il dato ufficiale è pari al 75%; l’analisi dell’età anagrafica delle risorse impiegate per l’applicazione della legge denuncia che tra pochi anni non esisteranno medici con esperienza di IVG.
Come si legge da notizie di stampa, in Italia ci sono strutture dove alla donna che ha deciso di interrompere la gravidanza è impedito totalmente di vedere rispettata la propria scelta: l’ospedale di Jesi, il Policlinico Federico II di Napoli (l’unico medico non obiettore è deceduto nel marzo 2012), il territorio della provincia di Bari (ospedali pubblici).
In Lombardia, dove nel 2008 erano state emanate Linee Guida allo scopo di restringere il campo di applicazione della legge nazionale, è dovuto intervenire il giudice amministrativo, con sentenza 29 dicembre 2010, per pronunciarne l’illegittimità.
La Consulta si è occupata del tema dell’obiezione di coscienza in un incontro pubblico il 17 febbraio 2012, condividendo con la cittadinanza un’analisi sulla trasformazione dell’obiezione di coscienza da strumento di affermazione di libertà e di disobbedienza civile ad arma utilizzata in contrapposizione a diritti sanciti dalla legge nazionale.
L’incontro del maggio 2013 sarà strutturato in tre momenti: ripercorreremo il cammino di una legge chiamata a mediare tra obiezione di coscienza e libertà di scelta, per condividere l’analisi condotta da una filosofia del diritto e concludere con il racconto (ed i dati) di chi vive la realtà dei consultori e degli ospedali pubblici milanesi. Le presenti ed i presenti saranno invitate/i a partecipare al dibattito conclusivo, moderato dalla coordinatrice della Consulta Donatella De Gaetano.
Nelle parole di Stefano Rodotà in un articolo pubblicato su La Repubblica (marzo 2013, “Il Paese ostile”) “Bilanci e previsioni, in questo momento, mostrano un’Italia che ha perduto il filo dei diritti e, qui come altrove, è caduta prigioniera di una profonda regressione culturale e politica”.
Ed è proprio a partire dal bilancio sui primi 35 anni della Legge 194 che la Consulta, gli Amici della Consulta e UDS invitano cittadine e cittadini a riflettere sul da farsi a Milano per difendere il valore della laicità anche nelle scelte delle donne.
LINK ALL'EVENTO SU FB
Data e luogo dell’incontro
Mercoledì 22 maggio 2013
Orario: 20:30-23:30
Milano – Tempio della Chiesa Valdese – Via F. Sforza 12/a
Agenda del’incontro
h. 20.30 Accoglienza partecipanti
h. 21.00 Donatella De Gaetano – coordinatrice della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni – Lettura del saluto di apertura inviato dalla Ministra Emma Bonino
h. 21.10 Allegra Stracuzzi – avvocato, Gruppo sull’Obiezione di Coscienza della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni – Il cammino della L. 194/78 tra obiezione di coscienza e boicottaggio
h. 21.30 Patrizia Borsellino – Professore di Filosofia del Diritto in Università Bicocca – La 194. Una legge con molte luci e poche ombre
h. 21.50 Assunta Sarlo – giornalista – Dai dati sull'obiezione di coscienza alle proposte: il Manifesto sull’applicazione della L.194/78
h. 22.20 Dibattito, moderato dalla Coordinatrice della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni
MERCOLEDI’ 10 LUGLIO MARCO CAPPATO parteciperà alla nostra assemblea, indetta per le ore 21 alla libreria Claudiana, per illustraci e discutere con noi la proposta di legge di iniziativa popolare su //Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia// promossa dall’Associazione Luca Coscioni e da Radicali Italiani.
Sarà anche l’occasione per aggiornarci sull’organizzazione del XX Settembre 2013.
in collaborazione con
La Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, in collaborazione con gli Amici della Consulta e Usciamo Dal Silenzio, organizza un incontro-dibattito sul tema dell’obiezione di coscienza, con particolare riferimento all’applicazione della Legge 194/78, che il 22 maggio 2013 compie 35 anni.
Da una recente indagine - condotta dalla ricercatrice Sara Martelli a Como, Lecco, Lodi, Monza e Brianza e Sondrio - si evince che i dati ministeriali relativi alla percentuale di obiettori di coscienza vanno corretti al rialzo: la percentuale effettiva di medici obiettori è pari all’83%, mentre il dato ufficiale è pari al 75%; l’analisi dell’età anagrafica delle risorse impiegate per l’applicazione della legge denuncia che tra pochi anni non esisteranno medici con esperienza di IVG.
Come si legge da notizie di stampa, in Italia ci sono strutture dove alla donna che ha deciso di interrompere la gravidanza è impedito totalmente di vedere rispettata la propria scelta: l’ospedale di Jesi, il Policlinico Federico II di Napoli (l’unico medico non obiettore è deceduto nel marzo 2012), il territorio della provincia di Bari (ospedali pubblici).
In Lombardia, dove nel 2008 erano state emanate Linee Guida allo scopo di restringere il campo di applicazione della legge nazionale, è dovuto intervenire il giudice amministrativo, con sentenza 29 dicembre 2010, per pronunciarne l’illegittimità.
La Consulta si è occupata del tema dell’obiezione di coscienza in un incontro pubblico il 17 febbraio 2012, condividendo con la cittadinanza un’analisi sulla trasformazione dell’obiezione di coscienza da strumento di affermazione di libertà e di disobbedienza civile ad arma utilizzata in contrapposizione a diritti sanciti dalla legge nazionale.
L’incontro del maggio 2013 sarà strutturato in tre momenti: ripercorreremo il cammino di una legge chiamata a mediare tra obiezione di coscienza e libertà di scelta, per condividere l’analisi condotta da una filosofia del diritto e concludere con il racconto (ed i dati) di chi vive la realtà dei consultori e degli ospedali pubblici milanesi. Le presenti ed i presenti saranno invitate/i a partecipare al dibattito conclusivo, moderato dalla coordinatrice della Consulta Donatella De Gaetano.
Nelle parole di Stefano Rodotà in un articolo pubblicato su La Repubblica (marzo 2013, “Il Paese ostile”) “Bilanci e previsioni, in questo momento, mostrano un’Italia che ha perduto il filo dei diritti e, qui come altrove, è caduta prigioniera di una profonda regressione culturale e politica”.
Ed è proprio a partire dal bilancio sui primi 35 anni della Legge 194 che la Consulta, gli Amici della Consulta e UDS invitano cittadine e cittadini a riflettere sul da farsi a Milano per difendere il valore della laicità anche nelle scelte delle donne.
LINK ALL'EVENTO SU FB
Data e luogo dell’incontro
Mercoledì 22 maggio 2013
Orario: 20:30-23:30
Milano – Tempio della Chiesa Valdese – Via F. Sforza 12/a
Agenda del’incontro
h. 20.30 Accoglienza partecipanti
h. 21.00 Donatella De Gaetano – coordinatrice della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni – Saluto di apertura e introduzione sul tema
h. 21.10 Allegra Stracuzzi – avvocato, Gruppo sull’Obiezione di Coscienza della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni – Il cammino della L. 194/78 tra obiezione di coscienza e boicottaggio
h. 21.30 Patrizia Borsellino – Professore di Filosofia del Diritto in Università Bicocca – La 194. Una legge con molte luci e poche ombre
h. 21.50 Assunta Sarlo – giornalista – Dai dati sull'obiezione di coscienza alle proposte: il Manifesto sull’applicazione della L.194/78
h. 22.20 Dibattito, moderato dalla Coordinatrice della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni
Qui sotto il ilnk per firmare e raggiungere l'obiettivo si 10.000 firme:
http://www.petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=P2013N36325
BUONI SCUOLA? NO GRAZIE
Abroghiamo questo inaccettabile favore alle scuole private.
A partire dall'anno scolastico 2001/2002 la regione Lombardia guidata da Formigoni ha istituito il Buono scuola, una sorta di sussidio erogato alle famiglie degli studenti delle scuole private e finalizzato a coprire una quota delle spese scolastiche.
Da quel momento gran parte dei contributi e sussidi erogati dalla Regione sono stati destinati al Buono scuola (oggi la percentuale è dell'80 %, per un totale di 51 milioni di euro), quindi vanno alle scuole private: una vera e propria forma di finanziamento pubblico indiretto, in pieno contrasto con lo spirito della Costituzione italiana, che vede nella scuola pubblica un soggetto fondamentale per la realizzazione dei principi di libertà, uguaglianza e laicità.
I firmatari di questo appello ritengono che le risorse pubbliche debbano essere indirizzate alla scuola pubblica per il miglioramento dell'offerta formativa e delle dotazioni, per l'integrazione degli alunni stranieri, per il sostegno del diritto allo studio e per quello ai disabili, per interventi di contrasto alla dispersione scolastica e per una riqualificazione dell'edilizia scolastica che punti a parametri di vivibilità, efficenza energetica e sosteniblità ambientale.
Per tali motivi si chiede che il prossimo governo della regione Lombardia disponga fin da subito la cancellazione del Buono scuola.
I firmatari
La prossima assemblea è stata indetta per il giorno 16 aprile alle ore 21 in Claudiana.
Odg
· Varie
Milano – 24 giugno 2013 – L’Associazione Amici della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni è la 4245ma firmataria della petizione online contro i Buoni Scuola di Regione Lombardia.
Insieme alle oltre 8000 persone che hanno firmato online ed altrettante ai banchetti, gli Amici della Consulta ritengono che l’erogazione dei Buoni Scuola rappresenti un inaccettabile favore alle scuole private, per la quasi maggioranza rappresentate da istituti a gestione cattolica.
Gli Amici della Consulta si impegnano a Milano, al fianco della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, a realizzare un modello di scuola laica, che insegni ai giovani a diventare cittadini e cittadine attivi e consapevoli. Assistiamo invece oggi all’affermazione sostanziale di un regime educativo confessionale che non solo diseduca creando cittadini acritici ma anche persone non libere di conoscere una sessualità fondata sul rispetto delle
differenze di genere e di orientamento.
Lo stesso Josef Ratzinger mette in stretta connessione l’educazione alla cittadinanza e l’educazione sessuale quando nel gennaio del 2011 afferma “non posso passare sotto silenzio un’altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e delle vite presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia
contraria alla fede e alla retta ragione”. Insomma insegnare la dignità della persona non è conforme alla “verità morale” custodita dalla chiesa cattolica ed insegnata grazie a fondi pubblici come i Buoni Scuola.
Almeno 51 milioni di euro rappresentano infatti una vera e propria forma di finanziamento pubblico indiretto, in pieno contrasto con lo spirito della Costituzione italiana, che vede nella scuola pubblica un soggetto fondamentale per la realizzazione dei principi di libertà, uguaglianza e laicità.
I firmatari di questo appello ritengono che le risorse pubbliche debbano essere indirizzate alla scuola pubblica per il miglioramento dell'offerta formativa (educazione alla cittadinanze ed educazione sessuale, nonché storia delle religioni e del libero pensiero) e delle dotazioni, per l'integrazione degli alunni stranieri, per il sostegno del diritto allo studio e per quello ai disabili, per interventi di contrasto alla dispersione scolastica e per una riqualificazione dell'edilizia scolastica.
http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2013N36325
ore 20.00 - aula magna del LICEO CARDUCCI
Via Beroldo, 9 Milano (MM Loreto)
INGRESSO GRATUITO
Il significato profondo della laicità abita il nostro quotidiano, dalle più semplici azioni alle scelte che cambiano la vita. Abbiamo scelto la proiezione di due film per riflettere insieme su un paio degli argomenti che riteniamo meritino un approfondimento: autocrazia e nuove famiglie.
Con il primo film parleremo di manipolazione delle coscienze, di bisogno di appartenenza e di interculturalità mentre la proiezione successiva ci introdurrà al concetto di famiglia: un argomento molto ampio, di cui vedremo solo un cono di luce sul rapporto fra famiglia naturale, di sangue, e famiglia adottiva.
info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
su FB: https://www.facebook.com/milanolaica
La Legge 194/78 sta letteralmente “affogando” nell’obiezione di coscienza, che raggiunge
percentuali inverosimili. Abbiamo quindi ritenuto utile andare a vedere come ed in che modo si sia
potuti arrivare, in questi anni, alla situazione attuale.
Come tutti sappiamo la legge 194/78 rappresenta, e non potrebbe essere diversamente, un punto di
equilibrio tra la tutela del nascituro e il diritto alla salute della donna, faticosamente ricercato e
trovato nella puntuale definizione sia delle condizioni necessarie per l’accesso alle tecniche di ivg,
che delle procedure idonee ad attestare l’effettiva sussistenza di quelle condizioni.
Nell’individuare quel punto di equilibrio il legislatore seguì l’impostazione indicata dalla sentenza
della Corte Costituzionale n. 27/75, che aveva dichiarato illegittimo l’art. 546 c.p., che puniva il
delitto di procurato aborto, nella parte in cui non prevedeva che la gravidanza potesse essere
interrotta quando l’ulteriore gestazione implicasse danno o pericolo grave per la salute della madre
(si intende sempre anche quella psichica). In quella sentenza la Corte, nel riconoscere tutela
costituzionale, “sia pure con le caratteristiche sue proprie”, anche al concepito (art. 31, comma 2 e 2
Cost.), aveva concluso che, in ogni caso, non vi è equivalenza tra il diritto alla vita e alla salute di
chi è già persona (la donna) e quello di chi persona deve ancora diventare.
Questa impostazione fu trasferita nella Legge 194, che è fondata sul principio di
autodeterminazione della donna, secondo un procedimento decisionale articolato, che valorizza (o
dovrebbe..) il ruolo informativo e di assistenza delle strutture statali e da cui è escluso il padre del
concepito.
...
Egregio sig. Prefetto,
la Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni e l'Associazione Amici della Consulta ritengono la disposizione ad esporre le bandiere in tutti gli edifici pubblici il giorno dell'elezione del pontefice inopportuna e offensiva della laicità dello Stato.
Tale esposizione, infatti, non viene raccomandata per altre elezioni di Stati esteri e non ha ragione d'essere per questa.
L'elezione del pontefice sarà certamente motivo di giubilo per i cattolici e per la Chiesa cattolica, ma non vi è motivo affiché gli uffici pubblici di uno Stato laico, il cui popolo comprende credenti di altre fedi e non credenti, debba manifestare una particolare devozione.
Cari partecipanti,
discutere e informare sulle difficoltà che esistono nel nostro Paese nel garantire il diritto alle donne ad accedere all’interruzione volontaria di gravidanza senza ulteriori ostacoli - oltre a quelli già insiti in questo difficile percorso - è iniziativa utile e opportuna.
In Italia, l’esercizio del diritto all’obiezione di coscienza, a cui spesso non corrisponde un’adeguata risposta organizzativa da parte del servizio sanitario, sta mettendo a rischio il diritto delle donne di interrompere la gravidanza nei tempi e nelle modalità previste dalla legge 194. I dati sulle percentuali di medici obiettori e sulla difficoltà degli enti ospedalieri nel garantire il servizio di interruzione di gravidanza sono chiari.
Va garantito il diritto dei medici e degli operatori sanitari a esercitare l’obiezione di coscienza. E’ questo un punto cardine dell’approccio laico. Ma d’altro canto l’esercizio dell’obiezione di coscienza non può limitare l’esercizio della libertà di coscienza, non può di fatto impedire ad un utente di accedere ad un servizio che gli è dovuto, non può rappresentare un alibi per chi ha responsabilità nella gestione del servizio sanitario.
Il malfunzionamento della legge 194 porta con sé un aumento degli aborti clandestini.
E’ urgente, dunque, superare qualunque disservizio che possa verificarsi in conseguenza della legittima scelta all’obiezione. Un disservizio corrisponde a un diritto negato.
Da quando è in vigore la legge 194 molte donne hanno potuto evitare la violenza della clandestinità e gli aborti sono diminuiti. Indietro non si torna, ma interventi normativi che facciano chiarezza su quale soggetto abbia il compito di garantire l’applicazione della legge 194 sono auspicabili.
Lavoriamo insieme perché le scelte personali siano libere e responsabili. Questo può avvenire solo garantendo sia servizi che rendano effettivi i diritti, sia adeguata informazione.
Ringrazio tutti i presenti e in particolare la Consulta milanese per la Laicità delle Istituzioni e Usciamo dal Silenzio per aver organizzato questa preziosa iniziativa.
Emma Bonino
Il prossimo appuntamento per la nostra Assemblea è per giovedì 14 marzo 2013, alle ore 21 presso la Libreria Claudiana, in via Sforza al civico 12.
ODG
valutazione 17 febbraio
prossime attività
gruppi di lavoro
omotransfobia (dibattito recente in lista)
Comunicazioni Varie
Milano – 21 maggio 2013 - La Ministra per gli Affari Esteri Emma Bonino, fin dall’inizio della propria attività politica impegnata sul fronte dei diritti all’autodeterminazione delle persone, interverrà con un messaggio diretto ai partecipanti dell’incontro dal titolo “DALL'OBIEZIONE AL SABOTAGGIO - come l'Italia sta scivolando verso l'inapplicabilità della legge sull'aborto”.
L’incontro, organizzato dalla Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, in collaborazione con gli Amici della Consulta e Usciamo Dal Silenzio, si terrà il 22 maggio 2013 in occasione dei 35 anni della Legge 194/78, al Tempio Valdese di via F. Sforza 12/A.
Anticipando un paio di concetti, la Ministra tiene a sottolineare che “Indietro non si torna, ma interventi normativi che facciano chiarezza su quale soggetto abbia il compito di garantire l’applicazione della legge 194 sono auspicabili.
“L‘impegno - prosegue Emma Bonino, è che si lavori “insieme perché le scelte personali siano libere e responsabili. Questo può avvenire solo garantendo sia servizi che rendano effettivi i diritti, sia adeguata informazione”.
Gentili candidate, cari candidati alle elezioni del Consiglio regionale della Lombardia,
ci rivolgiamo a voi in merito a una situazione che non è all’ordine del giorno della campagna elettorale ma che è di grande valore costituzionale e civile.
Nella nostra regione da dieci-quindici anni la religione cattolica ha meno di prima un ruolo preminente rispetto alle altre. Comunità di altre fedi sono ora più presenti nella nostra società e numerosi sono i fedeli che ad esse fanno riferimento. Ricordiamo in particolare i fedeli dell’islam e i cristiani ortodossi, ma anche i testimoni di Geova e diverse denominazioni evangeliche.
Queste comunità nell’organizzare la loro presenza nella vita collettiva fanno affidamento sulle solenni dichiarazioni della nostra Carta costituzionale, in particolare agli artt. 3, 8 e 19. Queste norme, tuttavia, per alcune di loro non hanno ancora trovato in Lombardia che una parziale applicazione nella legge ordinaria. Se alcune religioni con presenza storica in Lombardia sono garantite nei loro diritti da un’Intesa con lo Stato in base all’art.8, queste nuove comunità di fede sono ancora sottoposte - incredibilmente - alla legislazione fascista sui Culti ammessi del 1929-30 che solo in parte è già stata emendata dalla Corte Costituzionale. Le norme restrittive di tale legge riescono ancora a condizionare la regolamentazione degli aspetti pratici dell’esercizio del culto, dell’azione dei ministri e dell’apertura di spazi per le funzioni religiose.
Nella auspicabile prospettiva dell’impegno della nuova Amministrazione regionale, e di altri enti locali, per favorire la coesione sociale e l’integrazione dei nuovi cittadini, contrastando i rigurgiti di razzismo, vi chiediamo per la prossima legislatura regionale:
1) di impegnarvi nell’assemblea regionale e in ogni altra sede istituzionale perché si esprimano volontà e posizioni finalizzate a raggiungere in tempi rapidi ad una nuova legge nazionale sulla libertà religiosa, per dare attuazione ai principi di laicità garantiti dal dettato costituzionale sopra ricordato;
2) di impegnarvi perché siano modificate le norme, in particolare della legge regionale n. 12 /2005, che ostacolano o rendono impossibile l’apertura di luoghi di culto (in nuovi o vecchi edifici) per queste religioni, o che addirittura hanno consentito la chiusura di numerosi luoghi di incontro o di preghiera che pur rispettavano i requisiti richiesti in materia di sicurezza e di accessibilità. Tutto ciò, proprio in forza della legge 12/2005, che opera pretestuosamente sulla non modifica delle ‘destinazioni d’uso’ degli edifici in questione.
Coscienti delle nostre responsabilità in quanto voce dell’opinione pubblica che difende la laicità delle istituzioni, di cui una vera e ugualitaria tutela della libertà religiosa è parte importante, siamo pronti ad ogni forma di dialogo e di interlocuzione su queste problematiche.
La Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni
Milano, febbraio 2013
lunedì 27 maggio 2013, ore 21.00,
presso la Libreria Claudiana
via Francesco Sforza 12/a - Milano
Intervengono
Massimo Bernardini, giornalista e conduttore televisivo, autore e conduttore di Rai 3 TV TALK.
Enzo Marzo giornalista, direttore di Critica Liberale e presidente della Fondazione Critica Liberale.
Gigliola Toniollo, responsabilie dell'Ufficio Nuovi Diritti della CGIL Nazionale,
Francesca Zajczyk, sociologa, docente di sociologia urbana presso l'Università di Milano Bicocca e delegata del sindaco di Milano alle Pari Opportunità.
Presiede ed introduce
Donatella De Gaetano, coordinatrice della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni
Evento su FB: https://www.facebook.com/events/366698056767664/
COMUNICATO STAMPA INIZIATIVA 17 FEBBRAIO 2013
Domenica 17 febbraio 2013 - ore 15,30
Sala della Chiesa Battista – Via Pinamonte da Vimercate 10
La Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni celebra per la quinta volta consecutiva la ricorrenza del 17 Febbraio avendo al centro del proprio interesse il tema della libertà di scelta e di coscienza individuale nelle questioni ‘eticamente sensibili’, che vanno garantite in tutta la sfera della vita personale, ivi incluse l’inizio e il fine vita.